Diario di pellegrinaggio di una famiglia bulgarese in terra santa

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Il racconto


Un viaggio in Terra Santa era da tempo nella lista dei nostri desideri, chiuso forse in un cassetto; a settembre 2022 decidiamo di aprirlo, per ripercorrere i passi più importanti della vita di Gesù.
A dicembre 2022, pochi giorni dopo il S. Natale, partiamo con i nostri figli di 7 e 11 anni e con un gruppo di altri pellegrini che hanno condiviso con noi questa indimenticabile esperienza.
Avevamo letto che “fare un viaggio in Terra Santa significa mettersi in cammino e fare del viaggio fisico un cammino dell’anima”.
Con questa idea di viaggio, partiamo per questa terra senza tempo e arriviamo a Tel Aviv dopo circa 4 ore di volo aereo.
La prima meta è la visita di Nazareth, situata nella regione israeliana della Bassa Galilea, che ai tempi di Gesù si diceva fosse un “viculus”, un piccolo villaggio abitato da circa 100 persone.
Visitiamo la Basilica dell’Annunciazione e contempliamo l’ingresso dei resti della casa dove visse Maria e dove ricevette l’annuncio dall’Arcangelo Gabriele della nascita di Gesù.
Qui a Nazareth, per la prima volta sentiamo a gran voce il richiamo alla preghiera del Muezzin; oggi Nazareth è la più grande città araba del nord di Israele e la maggior parte della popolazione è musulmana.
Lasciamo Nazareth e il secondo giorno ci dirigiamo verso il Lago di Tiberiade o Lago di Galilea, uno dei luoghi più importanti della vita terrena di Gesù, che si trova all’interno della depressione del fiume Giordano a 205 mt. sotto il livello del mare.
Arrivati al Lago di Tiberiade, saliamo su una barca e navighiamo circondati dall’azzurro del cielo che si fonde con l’azzurro del Lago, mentre il sacerdote “guida” ci legge alcuni brani del Vangelo sui miracoli compiuti da Gesù.
Visitiamo poi il Museo Yigal Acan dove è presente la mostra permanente che illustra la storia della Galilea dai tempi antichi fino ai nostri giorni.
Ripartiamo con direzione Cafarnao, uno dei luoghi più suggestivi e “vivi”.
Qui Gesù visse tre anni ospite a casa dell’amico Pietro e famiglia.
Anche a Cafarnao Gesù compì molti miracoli, tra cui la guarigione della suocera di Pietro che “giaceva immobile sul giaciglio..”.
Emozionante è stato vedere così da vicino la porta dove Gesù disse agli apostoli: ”Lasciate che i bambini vengano a me”.
Dopo la celebrazione della S. Messa con la cornice del Lago di Tiberiade e Cafarnao ci dirigiamo alla visita della Basilica delle Nozze di Cana, dove Gesù compì il primo miracolo  trasformando l’acqua in vino.
Nella Basilica, ad oggi sotto la custodia dei Francescani, si possono rinnovare le promesse matrimoniali.
Lasciamo la Basilica e il giorno seguente attraversiamo i Kibbutz (comunità agricole a gestione collettiva) e il Lago di Tiberiade direzione Monte Nebo, dove, secondo il Deuteronomio, Mosè ebbe la visone della Terra Promessa, che Dio aveva destinato al suo Popolo Eletto.
In questa terra ai nostri giorni, ci sono grandi distese di prati, arbusti, si intravedono le prime palme da dattero e le pale eoliche.
Sulle alture osserviamo antiche fortezze crociate.
Arrivati Sul Monte Nebo, la guida ci racconta, come nel 1932 i Francescani acquistarono il sito e avviarono i lavori di scavo che portarono alla scoperta delle rovine e ricostruirono gran parte dell’edificio della Basilica.
Nel 2000, papa Giovanni Paolo II visitò il sito e piantò un albero di ulivo a fianco della cappella bizantina, come simbolo di pace.
Abbiamo visto con i nostri occhi l’ulivo cresciuto e la foto del papa a fianco che piantava un ulivo cosi piccolo!

Terminata la visita ci dirigiamo verso Madaba, le cui origini sono riconducibili all’età del ferro;
conobbe il periodo di massima espansione durante la dominazione Bizantina che le fece guadagnare il soprannome di “Città dei Mosaici”; ammiriamo la Chiesa Ortodossa di San Giorgio risalente al VI secolo; osserviamo con stupore l’enorme mosaico come pavimento, che raffigura la mappa più antica della Terra Santa giunta fino ai nostri giorni.
Il giorno seguente lasciamo Israele e dopo un lungo viaggio in pullman arriviamo a Petra, sito archeologico della Giordania, patrimonio dell’UNESCO, dichiarata una delle sette meraviglie del mondo moderno.
Petra fu la capitale del Regno Nabateo, contiene tombe e templi scavati nelle pareti di arenaria rosata cui deriva anche il suo secondo nome”città rosa”.
Attraversiamo Petra a piedi, accompagnati dalla guida e accolti dai beduini che considerano Petra la loro casa nonostante in lontananza si intraveda il villaggio Wadi Musa.
Il giorno successivo partiamo direzione Mar Morto e arriviamo a Qumram.
L’importanza storica principale di questo luogo è da attribuire alla scoperta di papiri antichissimi racchiusi in anfore; si narra fossero stati trovati da un pastorello.
Recuperati tutti i rotoli protetti, composti da cuoio, gli studiosi  capirono che si trattava del testo della Bibbia e di testi di “regole di vita comunitaria”.
Lasciamo Qumram per dirigerci a Beit Sahur, città palestinese a est di Betlemme.
Visitiamo il santuario “Campo dei Pastori” costruito per commemorare l’episodio dove gli angeli annunciarono la nascita di Gesù ad alcuni pastori che riposavano sulla collina e poi entriamo all’interno della “grotta naturale”.
In questa grotta naturale dal sapore antico e di una bellezza semplice ci riuniamo in cerchio e cantiamo in coro “Tu scendi dalle stelle”.
Lasciamo il santuario per dirigerci alla Basilica della Natività, a Betlemme, una delle mete principali dei pellegrini che visitano la Terra Santa.
La Grotta della  Natività è, secondo la tradizione, il luogo dove Gesù nacque da Maria Vergine.
Sulla grotta fu edificata la Basilica a cinque navate nella quale si entra attraverso un umile ingresso denominato”porta dell’umiltà”.
Aspettiamo intrepidi in una lunga fila di pellegrini, il nostro momento per inginocchiarci davanti alla stella argentata con 14 punte e dopo aver ammirato con sorpresa il luogo della nascita di Gesù, ci spostiamo di pochi passi per sostare sul punto in cui era posizionata la mangiatoia.
Ad oggi, la mangiatoia appartiene ai latini, mentre il luogo dove è nato Gesù agli ortodossi.
Visitiamo poi la “Grotta del Latte”, luogo secondo i Vangeli dove Giuseppe ha in sogno l’Angelo che lo esorta a prendere il bambin Gesù e a scappare in Egitto per sfuggire all’uccisione da parte del Re Erode.
Da antica tradizione e fino ad oggi questo luogo è venerato dalle mamme di Betlemme, cristiane e musulmane, che vengono a pregare Maria e che chiedono grazie ed intercessioni.
Qui, risiede l’ordine delle Suore Adoratrici Perpetue Claustrali del Santissimo Sacramento, che con il loro carisma, la preghiera continua, testimoniano il primato di Dio e la presenza reale di Gesù nell’eucaristia.
Una suora è sempre presente in preghiera dove è esposto il Santissimo Sacramento ed i pellegrini, possono sostare nel silenzio e lasciare scritto su appositi foglietti le intenzioni.
In tarda mattinata ci dirigiamo verso Gerusalemme al Muro del Pianto, il luogo più sacro per gli ebrei; visitiamo poi  il Luogo in cui avvenne l’Ultima Cena di Gesù prima dell’arresto e della crocifissione: il Cenacolo.
Il cenacolo è un enorme  salone ricoperto da volte e privo di decorazioni, ma rimane per i cristiani uno dei Luoghi Santi più importanti di Gerusalemme; al piano inferiore della sala del Cenacolo si trova la tomba del re Davide .
Ormai al termine del nostro pellegrinaggio, giungiamo alla cappella del Dominus Flevit costruita dall’architetto Antonio Barluzzi che ha realizzato quest’opera a forma di lacrimatoio, dedicandola alle lacrime di Gesù che pianse guardando Gerusalemme.
Dal Dominus Flevit ci spostiamo al Getsemani, un piccolo oliveto fuori dalla città vecchia di Gerusalemme situato sul Monte degli Ulivi, dove  Gesù si ritirò dopo l’Ultima Cena, prima di esser tradito da Giuda e arrestato.
Percorriamo poi la “via Dolorosa” e ci troviamo dinnanzi al luogo centrale della nostra fede cristiana, che potremmo forse considerare il più importante della Terra Santa: il luogo dove Gesù fu crocifisso, morì e fu sepolto ed il terzo giorno resuscitò dai morti, il luogo del Santo Sepolcro.
L’indomani, terminato il pellegrinaggio, torniamo a casa, portando nel cuore il ricordo delle mura, chiare e scure, delle valli e delle colline, l’intreccio delle Sinagoghe, della Spianata delle moschee, le pietre del Muro del Pianto e del Santo Sepolcro.
Nonostante il nostro viaggio fisico sia ormai concluso, il nostro viaggio spirituale continua attraverso la forza delle parole del Vangelo che ascoltiamo la domenica partecipando alla S. Messa.
Le immagini di questi luoghi, appaiono ora così limpide e cariche di significato, e noi, con la consapevolezza di aver camminato sulle orme di Gesù…più di 2000 anni dopo! 
 

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